| | | OFFLINE | | Post: 55 | Città: ROMA | Età: 38 | Sesso: Maschile | |
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17/09/2007 18:44 | |
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Restavo immobile, con il fiato sospeso sulle ruote morbide di un soffione, lasciato intatto.
La pioggia si scapigliava nelle nuvole, come se non volesse scendere da quel litigio: afferrava le gocce stringendosi nella mischia. Non voleva cadere a terra, sporcare con un grazie la sua schiena cristallina.
Non potevo negargli il mio occhio pigro. La retina dissolveva tra le sue leucemie, la salute di un’occasione non ancora veduta.
Sul balcone c’erano grida che nessun collo aveva deglutito, urla compatte nel vociare delle finestre che, allentavano i cigolii dei perni.
Nel fulminare dei vasi, nel tramontare delle domande, vidi crescere in lontananza una figura mal spesa. Percorreva il viale con i boccoli arruffati, le mani scivolose sotto l’impermeabile. Il suo viso rotondo penetrava le righe del pianerottolo che, denso si perdeva in quel nostalgico avanzare.
Lungo i suoi passi si estendeva un muro. I pollici potevano colmare, nel toccarlo, il tatto mai avuto – voltava le sue piccole indecisioni sulle crepe, come se fossero delle ferite che, potessero saturare.
Invano il martirio, quando la morte lega i colori di ogni bara.
Vuoto nei miei occhi acerbi, dove la luna aveva girato la violenza del mio aspetto, l’assolo di un mare che, nell’onda tuona l’eco della risacca.
[Modificato da mr.si 17/09/2007 18:45]
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