Il secolo comincia rasoterra
 
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Ripensarci per crescere

Ultimo Aggiornamento: 13/05/2008 14:44
22/04/2008 15:21

Le recenti divergenze riguardo alla poesia sull'architettura, la difficolta a trovare nuove reclute e la lacunosità del manifesto iniziale mi sono balzate agli occhi durante l'incontro officesco del 19 e 20 aprile... mi sono ritrovato in mezzo a poeti in media ultratrentenni, che trovano Montale e i suoi epigoni il massimo della poesia, che non hanno particolari interessi verso arti che non siano la poesia e il romanzo d'intrattenimento e soprattutto che non riescono a liberarsi dagli schemi culturali degli anni 60 e 70... come possiamo creare una valida alternativa a questo stato di cose, basandoci sui generici presupposti di partenza della presentazione del collettivo? A mio avviso bisogna formulare un nuovo documento, in cui tracciare una geografia culturale alternativa a quella dominante, e soprattutto urge chiarire la natura dei rapporti da intrecciare fra poesia e le altre arti, fra poesia e sociale, fra un collettivo poetico e altri tipi di creazione collettiva come i collettivi muralisti e di videoart. In ultimo bisogna porsi i mezzi di reclutamento, anche se questi dipenderanno da cosa decideremo sui punti precedenti.

riassumendo, chiedo una discussione generale su questi punti:

-rapporto poesia e altre arti
-rapporto fra collettivo poetico e collettivi di altre arti
-rapporto fra poesia e sociale (poesia e politica, poesia e costume, ecc)
-stilare una lista di artisti (poeti, pittori, performer, ecc) che possono fare da base per un alternativa credibile ai montalismi e ai luzzismi.
-riformulazione delle linee generali del collettivo, dei suoi obiettivi e del suo modo di reclutare.

ora tocca a voi, dite la vostra. ave

OFFLINE
Post: 55
Città: ROMA
Età: 38
Sesso: Maschile
23/04/2008 11:57

ho parlato ieri con Leo, abbiamo analizzato i punti e inoltrato dei sistemi letterari di riferimento che indurranno a consolidare la nostra posizione. Essenziale è avere le idee chiare per poter portare avanti un proggetto coeso ad un fine. Quindi cari amici, è importante per il momento procurarsi le basi dei nostri obiettivi.

1 Noi ci rivolgiamo ad un pubblico pronto a sentirsi parte ad uno schock, l'ha fatto Battiato non vedo perchè non possiamo farlo anche noi.

2 Il nostro bagaglio culturale deve essere, il bagaglio culturale delle anomalie, deve essere omogeneo.

3 la nostra scrittura sarà accompagnata da altri sistemi artistici di riferimento - in primis pittura ma non escludiamo le varie oppurtunità mediatiche digitali moderne.

necroloquio
23/04/2008 11:59

Per rompere il ghiaccio, comincio io con alcuni pensieri che mi sono venuti inseguito alle critiche portate al lavoro del collettivo: le critiche si raggruppano nei seguenti insiemi

1) sperimentare va bene, ma a che fine si sperimenta?
2) La sperimentazione riguarda contenuti o forma? o entrambi?
3) Con che criterio si scelgono i membri del gruppo?
4) A quale tradizione si richiama il collettivo? In base a cosa si sceglie cosa è "sperimentale" e cosa no?
5) il collettivo ha una base politica? Come si colloca rispetto al sociale?
6) come si colloca rispetto alla moderna poesia dell'autobiografismo e dell'emozione di rapido consumo?

a queste domande io ho formulato le seguenti risposte:

1) Si sperimenta per trovare nuove forme a contenuti che sono stati rimossi e/o sono incanalati in forme che non li contengono più, gap quest'ultimo dovuto al ricambio generazionale e al bisogno di ogni gioventù di trovare una propria forma al proprio disagio. si sperimenta inoltre per tentare di colmare ulteriormente (grazie soprattutto all'informatica) la differenza che separa le arti fra loro.

2) In teoria non esiste una sperimentazione sui contenuti, a meno che non si cominci a far poesia su tutte le scoperte scientifiche e/o mediche che si susseguono in questi anni. Se i contenuti sono sempre i medesimi, le forme che li esprimono devono rinnovarsi a contatto con il sociale, prediligendo le forme che meglio incanalano il contenuto e lo rendono nella sua essenza... ad es mi sembra inutile descrivere un amore fra 2 14enni attraverso scambi epistolari, quando ormai ci si mette insieme e ci si separa usando sms, con relative abbreviazioni e abberrazioni.

3) Questo punto dipenderà dai risultati del dibattito qui presente.

4) la tradizionale italiana è dominata dalla linea montaliana, che vede come maestro D'Annunzio e i crepuscolari e continua con l'ermetismo degli anni 30 e il realismo del dopoguerra, per finire nella poesia delle piccole e cose e dell'emozione di oggi. Per trovare delle radici quindi dobbiamo scavare nella storia nascosta della nostra letteratura, riscoprendo o reinterpretando personaggi com l'espressionista cristiano Rebora, surrealisti come Savinio e Ripellino, e narratori fantastici come Buzzati e Landolfi. Naturalmente la riproposizione delle avanguardie storiche e della lettaratura straniera contemporanea è inclusa nel prezzo [SM=g8119]

5)Il collettivo non ha colore politico, anche se l'idea di collettivo richiama ad ideali lontani dall'individualismo nichilistico e dall'"arte per l'arte". Il collettivo non esclude una vita virtuale autonoma dei singoli appartenenti e non vincola a scelte specifiche fuori dal lavoro di gruppo, non si accettano tuttavia critiche degli appartenenti al gruppo che vadano al di fuori del gruppo stesso. Rispetto al sociale il collettivo si sente vicino ai problemi delle minoranze, dell'alienazione tecnologica e urbana, e a tutti quei fenomeni che esprimono un forte disagio verso la modernità.

6) Il lavoro del gruppo si colloca in opposizione dialettica alla poesia dominante, ossia non disconosce a prescindere la validità di accenni autobiografici o d'introspezione psichica, rifiuta tuttavia il rifugio nel becero "raccontarsi" tipico di troppi poeti contemporanei, che scambiano la poesia per un'autobiografia con gli a capo. Riconosce inoltre che la poesia debba avere anche un impatto emozionale immediato, ma esclude qualsiasi tentazione sentimentalistica o l'idea che la poesia debba arrivare subito, essere di facile comprensione ed esaurirsi all seconda lettura.


ecco, sono alcune risposte che mi sono dato di fronte alle critiche rivolte al gruppo... tocca a voi, fatevi sentire compagni! ave

26/04/2008 21:13

Condivido le risposte che nichi ha dato. Per quanto riguarda me..sapevo già che le linee guida del collettivo sarebbero state queste.
Credo tuttavia che il nostro problema sia molto più pratico: è difficile ritrovarci per lavorare tutti insieme. Questo è dovuto sicuramente alla distanza fisica che ci separa...alla quale il web sopperisce solo in parte, ma anche al fatto che periodicamente molti di noi (me compreso) si eclissano...il motivo per quanto riguarda me è la periodica mancanza di ispirazione, per ciò che riguarda gli altri non so quale sia il motivo. [SM=g8078]

Riguardo il reclutamento...credo che possa essere di grande aiuto al gruppo gente che come ha detto nichi...non scriverebbe mai uno scambio epistolare tra 2 quattordicenni. [SM=g8119] Un ragazzo che considero molto bravo a contestualizzare la poesia nei nostri giorni è Sinapsi...scrive su Descrivendo ed ha un blog su Splinder, magari lo si può invitare


tantalo.splinder.com/post/16548895/2pac+faNcuL

qui ad esempio c'è una sua breve poesia che mi è piaciuta molto.
OFFLINE
Post: 26
Sesso: Maschile
30/04/2008 20:03

ok ragazzi...mo scriviamo?? [SM=g8119]

no dai a parte scherzi...è interessante la discussione, l'argomento ecc. ma secondo me basterebbe produrre molto di più, e le cose vengono pian piano a galla. dai riferimenti letterari, al senso dello sperimentare eccetera. alla fine se siamo a scrivere qui vuol dire che in un modo nell'altro apprezziamo un certo modo di scrivere dell'altro. o no?

io voto: facciamo un cazzo di nuovo lavoro. e invito a frequentare più assiduamente il forum soprattutto nella fase di creazione e rielaborazione (invito, per altro, le due teste portanti del progetto...dato che avevo detto che avrei partecipatosaltuariamente e mi sono ritrovato a venirci più spesso di voi in sto forum).


INSOMMA...LAVORIAMO?

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Post: 16
Città: VERONA
Età: 47
Sesso: Femminile
02/05/2008 12:46

[conosco sinapsino e mi garba...si lavoriamo e perdonate l'assenza prometto che ci sarò...per l'arte...io trovo stupendo scrivere sotto l'iflusso oculare]
[Modificato da Morfea77 02/05/2008 12:46]
04/05/2008 16:47

Ragazzi, non è che si fanno le discussioni teoriche perchè non c'è altro da fare; lavorando sono emersi dei fraitendimenti di fondo che ci fanno andare a rilento, troppo a rilento. Prima di tutto: bisogna mettersi nell'ordine di idee che il gruppo richiede sacrificio, quindi che a volte le proprie idee geniali debbano essere sacrificate alla riuscita del testo, il secondo punto è che non è chiaro esattamente che azzo dobbiamo sperimentare: non si può dire "sperimentiamo" senza avere un'obiettivo, un qualcosa che ci leghi verso una meta comune. Nell'ultima sull'architettura il problema ha bloccato il lavoro: dobbiamo sperimentare sulla forma o sul contenuto, o su entrambi? Verso cosa tendiamo, perchè scegliamo un argomento piuttosto che un'altro? Cosa ci unisce aldilà del fatto che le nostre poetiche non sono "allineate" a quello che la poesia da forum pompa ed elogia? per questo volevo discutere per trovare un minimo comun denominatore che ci tenesse insieme a ci facesse andare più veloci nel lavoro. Comunque accolgo l'obiezione pachiana e si riprende in mano l'architettura crucca, rimandando a fine lavoro la stesura di un documento che ci presenti sotto una maggiore coesione teorica. e magari tentiamo pure di reclutare, che non fa male. ave [SM=g8075]



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Post: 55
Città: ROMA
Età: 38
Sesso: Maschile
13/05/2008 14:44

consiglio come lettura ai fini del gruppo: l'iliade di Alessandro Baricco, una trasposizione poetica delle ballate omeriche, in prosa moderna che identifica un io narratore. Storie d'introspezione, una guerra individuale che raggiunge il collettivo nella sommatoria. un'altra cosa importante sta nella scelta di una dialettica incentrata sull'elaborazione orale. Insomma da leggere e da approfondire come tematica. Mi riferisco a quello della cultura orale che ai giorni d'oggi si manifesta con il teatro di narrazione. Non è un episodio ma una realtà che si è consolidata dall'inizio dei tempi della parola.

necroloquio
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