| | | OFFLINE | | | Post: 26 | Sesso: Maschile | |
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06/05/2008 20:07 | |
Mentre aspetto brucia
il sigaro tra le labbra
che è treno in partenza
e luci di lontano.
I pendolari non hanno l’anima
ma sporcano le banchine,
il mosaico senza gusto
di colori, è la stazione
e il suo essere incrostata sopra un muro.
Cinghie dure e pistoni
sono le colonne
che reggono questo cielo rosa.
Corre inesorabile il nostro coraggio
senza tempo: il viaggio ci fa essere
animali, mozziconi sputati
dalle labbra dure delle gallerie.
qualche idea sviluppando una bella metafora di una poesia di Farfa.
se vi può essere utile prendete pure quello che volete. [Modificato da el Perro "Paco" 06/05/2008 20:08] |
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| | | OFFLINE | | Post: 55 | Città: ROMA | Età: 38 | Sesso: Maschile | |
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08/05/2008 10:47 | |
io prendo quello che voglio ma tu devi restare a guardare la mia rapina. Se no che gruppo è
La tua revisione mi ha scalfito nell'ultima parte che è eccellente. Là si vede l'architettura della stazione che si immedesima nell'indviduo facendone costruzione. Direi da partire da quel postulato, un'azione concreta la tua complimenti...
necroloquio |
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| | | OFFLINE | | | Post: 26 | Sesso: Maschile | |
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08/05/2008 12:44 | |
io resto a guardare e partecipo...basta che i tempi di reazione sono di un giorno due e non di una o due settimane...sennò sfuma l'ispirazione e la voglia di fare.
produciconsumacrepa-sbattitifatticrepa |
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| | | OFFLINE | | Post: 55 | Città: ROMA | Età: 38 | Sesso: Maschile | |
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08/05/2008 19:10 | |
Corre inesorabile )))))
nostro
coraggio
senza
tempo
il viaggio ci fa essere
animali, mozziconi
sputati
dalle labbra
dure delle
-----------------------gall-----erie---------------------------------
che ne dite della grafica
necroloquio |
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| | | OFFLINE | | | Post: 26 | Sesso: Maschile | |
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09/05/2008 12:23 | |
non so...a me le grafiche strane non è che mi convincano mai troppo...fanno sembrare la poesia un po' una stronzata. qui in realtà però non è così marcata l'impaginazione non-consueta, quindi potrebbe anche andare. quel gallerie alla fine, però coi trattini...e quelle parentesi..
non mi convince ma non so come consigliare di fare. mi piacerebbe quindi sentire le altre voci del gruppo.
saluti |
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11/05/2008 10:00 | |
Mi piace la chiusa pachiana, e l'impaginazione di Ste mi sembra potente, specie le "gallerie" spezzate dai trattini. Per quanto riguarda il contenuto, io direi di spostarci dall'esistenziale al tribale, sfruttando quella vena di linguaggi sacri che s'intersecano tipica del cruccone. Un tribal post-moderno sul tema del viaggio, non sembra affascinante? appena mi viene qualcosa lo posto subito. ave
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11/05/2008 16:38 | |
Ecco l'abbozzo che ho tirato fuori, privilegiando l'aspetto di commistione religiosa e linguistica dell'architettura del cruccone; a voi
POST EUROPE
Sono vecchie maschere i chador
cupole arabe che proteggono i binari
lanciati come frecce a colpire
Il sole,
in sala d’attesa dorme un turbante
turco come i capelli neri
di Madonne maori
e sotto la tabella delle partenza
benedice Siddharta, ceri accesi
e il ventre molle
di chi sa che partire
è sedersi ad aspettare
un carro d’acciaio ragliante
come un demone
e intanto fumare la speranza
che ogni colonna radichi
nel suo cemento
che Casa stia in valigia
fra le lacrime di chi resta
e la lingua senz’etimo
di chi attende.
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| | | OFFLINE | | Post: 8 | Sesso: Maschile | |
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12/05/2008 20:00 | |
...ciulatevi questa
POST EUROPE
Sono vecchie maschere i chador
cupole arabe che proteggono i binari
lanciati come frecce a colpire
Il sole,
frusciano i numeri
dalla tabella delle partenze
vento
sui capelli neri che coprono il viso
in sala d’attesa, un manganello
ironico vuole la carta d’identità
perché mi hai svegliato?
Sono uno dei tuoi punti neri
non mi vedi
di fronte allo specchio?
L’acqua offerta
all’eroinomane sarà poi
ugualmente piscio
e tu abbassati il turbante sugli occhi
perché questa luce al neon
non si può spegnere
a lei basta un’impronta
digitale per non sapere un cazzo
il viaggio ci fa essere
animali, mozziconi
sputati
dalle labbra
dure delle
gallerie
qualcuno si sente parte del tutto
come un cero acceso
a benedire Siddharta
qualcuno sa di essere
il fumo di un carro d’acciaio
ragliante come un demone
ma ora soffochiamo i pensieri
e che la Casa
stia in valigia.
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| | | OFFLINE | | Post: 16 | Città: VERONA | Età: 47 | Sesso: Femminile | |
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13/05/2008 01:31 | |
[ci sono eh...forse un pochetto fusa di mio ma non m'allontano dal gruppo] |
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| | | OFFLINE | | Post: 16 | Città: VERONA | Età: 47 | Sesso: Femminile | |
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13/05/2008 11:16 | |
[ho visto vergine degli spigoli su officina...è quella la stazione?] |
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| | | OFFLINE | | Post: 55 | Città: ROMA | Età: 38 | Sesso: Maschile | |
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13/05/2008 13:43 | |
POST EUROPE
1
Sono vecchie maschere i chador
cupole arabe che proteggono i binari.
Frusciano i numeri dalla tabella
delle partenze, sui capelli neri
che coprono il viso in sala d’attesa.
L’acqua offerta all’eroinomane
sarà piscio che nella gola
non ha saputo perdersi.
Di elemosine si arrende
lo stomaco.
Abbassati il turbante sugli occhi
perché questa luce al neon
non si può spegnere.
2
il viaggio ci fa essere animali
mozziconi
sputati dalle labbra dure delle gallerie.
Qualcuno si sente parte del tutto
come un cero acceso a benedire Siddharta
- qualcuno sa di essere il fumo di un carro
d’acciaio ragliante come un demone
ma ora soffochiamo i pensieri
e che la Casa stia in valigia
la combinazione fuori dal lucchetto.
necroloquio |
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| | | OFFLINE | | Post: 8 | Sesso: Maschile | |
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13/05/2008 16:32 | |
Bene...mi sembra un bel lavoro. ; )
ps. morfea, mi sa che quella non era una stazione. |
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| | | OFFLINE | | Post: 16 | Città: VERONA | Età: 47 | Sesso: Femminile | |
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13/05/2008 17:33 | |
[maggio* vedi??? sò fusa:-P]
[stè* bellissime] |
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| | | OFFLINE | | | Post: 26 | Sesso: Maschile | |
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13/05/2008 19:47 | |
a me piace un pezzo di quella che mrSì ha pubblicato in officina. ci starebbe proprio bene. se si può... |
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13/05/2008 20:03 | |
Mi piace la parte II proposta da Ste (tolta la chiusa, da romanzo giallo). Stranamente stiamo tutti andando verso l'esistenziale, allontanandoci dall'architettonico, in più stiamo dando all'architettura del cruccone una vena pessimista che in lui è totalmente assente. un caso? un programma?
Secondo me bisogna in qualche modo trovare un punto d'equilibrio fra l'architettura e il nostro costruirci sopra, altrimenti rischiamo di finire a parlare di eroinomani e immigrati, dimenticando che non v'è solo disagio nel fenomeno d'apertura delle frontiere, e questo a mio avviso lo dimostra il crucco quando mischia "armoniosamente" arabesco e primitivo, razionalismo e surrealismo. Anche linguisticamente oserei di più, ci siamo attenuti ad un italiano un po' troppo medio, si potrebbe sporcarlo con qualche gergalismo e barbarismo. Vedo che è piaciuto il titolo "Post Europe", quindi la intitoleremo così.
Ora che ci siamo mossi, invito tutti i membri del gruppo a contribuire, poiché qui siamo ancora allo stadio di abbozzo, bisogna costruire di più per passare alla fase dell'impaginazione. ave
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| | | OFFLINE | | | Post: 26 | Sesso: Maschile | |
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14/05/2008 00:46 | |
POST EUROPA
1
Sono vecchie maschere i chador :
cupole arabe che proteggono i binari.
Schioccano i numeri delle partenze,
sui cappelli neri che coprono il viso
in sala d’attesa.
Di elemosine si arrende
questa luce al neon.
2
Le ossa di ferro salgono
sulla schiena dell’asfalto,
la locomotiva impenna le voci,
qualcuno si sente parte del tutto
come un cero acceso a benedire l’acciaio.
Il viaggio ci fa essere animali;
mozziconi, sputati dalle labbra
dure delle gallerie, ora
ora, soffochiamo i pensieri:
con la Casa dentro la valigia,
e la combinazione fuori dal lucchetto.
ho messo il titolo in italiano, secondo me è più carino. poi ho tagliato e associato immagini (la cosa che mi riesce meglio ). non ho badato troppo a chi ha scritto cosa.
cercasi chiusa più convincente.
ah..ho rubato una cosa da quella poesia. se non ti va, mrSì, puoi cancellare quello che vuoi.
[Modificato da el Perro "Paco" 14/05/2008 00:47] |
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| | | OFFLINE | | Post: 55 | Città: ROMA | Età: 38 | Sesso: Maschile | |
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15/05/2008 11:10 | |
don't worry Paco, nessun problema, anzi toto bien.
Capisco il problema sollevato da Leo. In effetti ci stiamo allontanando da una visione architettonica. Ma forse l'architettura non rappresenta il costume esistenziale di una data epoca? Non identifica la pulsione, lo sviluppo, il disagio intratestuale con le nostre figure appollaiate di fronte? La nostra analisi, a mio parere, non può essere solamente relativa alla struttura ma, anche, alle incisioni che questa provoca sulla pelle di chi osserva. L'architettura non puo' essere vista in modo ascetico ma deve tener conto del riscontro urbano, della fitta rete che la completa e la vive decostualizzandola in un mero atto da consumo. Il sacro di un opera d'arte in rapporto con il profano senso d'estraneazione di chi la frequenta. A voi le repliche.
necroloquio |
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| | | OFFLINE | | | Post: 26 | Sesso: Maschile | |
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18/05/2008 15:00 | |
TUTTI MORTI?
mi dite cosa ne pensate del mio lavoro e andiamo avanti?
siete pallosi! |
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| | | OFFLINE | | Post: 8 | Sesso: Maschile | |
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18/05/2008 20:46 | |
Allora, anche secondo me ci stiamo allontanando e non per caso...ma per il semplice motivo che abbiamo parlato della stazione che conosciamo e non di quella ipotetica così come l'avrebbe concepita il nostro architetto. Quindi dovremmo accentuare forse l'aspetto surrealista e rendere il tutto più colorato. Magari parlare di questa stazione multietnica come qualcosa di unico e particolare, una specie di oasi del deserto...con la speranza che quest'oasi possa espandersi sino a mangiare il deserto...ma accanto alla speranza anche l'inquietudine, la paura che invece sia il deserto a mangiare l'oasi.
Il viaggio come speranza, incertezza del futuro e paura.
Questa la mia proposta:
L'oasi dei treni
Sono maschere i chador
cupole arabe che proteggono i binari
lanciati come frecce a colpire
Il sole,
frusciano i numeri
della tabella delle partenze, vento
sonoro dal pavimento a scacchi sghembi:
e tutto questo è movimento
intorno a turbanti colorati
come cespugli fioriti a dormire
fra le pareti oblique per la vecchiezza.
La sala d'attesa prima del viaggio
invece in un giallo silenzio, come acqua
corrente beve la luce del neon
qualcuno si sente parte del tutto
come un cero acceso a benedire Siddartha
qualcuno sa di essere il fumo di un carro
ragliante come un demone
così si soffoca il pensiero
di essere
come mozziconi sputati fuori
dalle labbra dure delle gallerie.
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| | | OFFLINE | | Post: 55 | Città: ROMA | Età: 38 | Sesso: Maschile | |
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19/05/2008 10:56 | |
Ale il tuo tentativo è buono. Hai rimodellato una poesia architettonica. Hai evidenziato la staticità della stazione con il suo movimento fantasma che ingloba culture. L'unica cosa che ci manca è parlare come una stazione, espirmerci con il suo lessico.
necroloquio |
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